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Tre
linee bastano
per
dare alloggio
a
un cardellino abbagliato.
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Pantere
nell’aurora…
pantere nell'aurora...
pantere nell'aurora...
Spesso la
follia mi recapita lettere
indirizzate ad altri.
indirizzate ad altri.
*
L’inverno
alla sua prima:
le novizie danzano,
mentre i
dervisci battono le mani.
*
Sotto il
gonnello
il tulipano nasconde
un’abbazia di risate.
*
Niente al
mondo disgustò la mia carestia,
quella che
provò lunga esca d’amore…
Apre le vele
della sua alta partenza il desiderio,
dove sparì
l’ultima traccia del mio dono di balia che fui
per cove
stolte in cuore a mani prive di dimora.
Sono ormai
così felice e invasa, io sono una terra
che vuol
essere liberata. Io sono un confine, un margine,
l’orlo di
una veste sciatta. Io sono un poeta -
alba che non
muore malgrado la cruna dei fuochi segreti,
quando
prendono per misura la mia vita e dicono
infinita –
mortale – settenaria –
e spalanco
la fame dei miei pascoli, fra i sentieri.
*
Mi tormenta,
stanotte,
l’assenza
delle cicale.
*
che suona i tamburo
*.
Indovino
dietro
quale tenda della
grande
casa si nasconde la luna
casa si nasconde la luna
stasera.
*
Un vecchio
svizzero con
gli occhi castani
mastica nell'ombra
la piuma fragrante
di una rosa.
*
Dolci
giunchi
che balzate
al suono di una piva,
lungo
l’inverno feroce.
E
poi l’estate…
*
Di là
dal
campo,
una
barca
di seta
illuminata
dal
rumore di una
serranda
aperta.
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