domenica 26 febbraio 2017




Il Cestaio - da "La Casa Delle Stanze Vuote"
Anne Kussell - Napoli, 1997 -

*
________________________
Ma
la vita è seguire quella luce di lampare
con il solo sollievo degli occhi - _______divampare...
con iridi sommerse, limo di strenua
razzia...
Eravamo così giovani, imprudenti,
credevamo nelle guglie dei duomi,
abbarbicati alle nubi a foggia di disperati arcioni.
*
È la vita, dicevi. Credi di poter superare in incanto i flauti nel
canneto suonati a festa da un
tenero libeccio?
È la vita, è la vita - dicevi -
mentre fondevi nel crogiolo le ore, i magmi
dei pensieri tralasciati dai passanti. Venivano
a domandarti della morte, due dita di vino per giocarci
l'ultimo rivolo del sangue che resiste.
Dicevano di te che anche potessi mutare il gelo
in voce, filosofo di poche vesti...
Tu
offrirvi la rilsposta, il vino - entrambi
del tuo malconcio
vigneto filosofale. Solo chiedevi in cambio che per cent'anni gli
avventori sedessero di fianco alla stufa -
mantice vagante degli inverni,
la tua stufa di ghisa - nessun ostacolo per gli
alveari delle parole... Ospite,
oste entusiasta​ del tuo addio alle cose di mondo.
La finestra dava sul giardino dell'incantatore di lumi,
come adesso io lo ricordo...
Sì.
*
Era il trono di tutti i re
caduti, la tua
seggiola di paglia da impagliare, a un canto
della stufa pitturata di verde, di tutti i re caduti della
Terra. Ma il tempo è la tela di un arazzo
incandescente, dici, e aggiungi un altro filo al tuo nuovo
paniere; alta è la notte e il lbuio è una lama
di fiamme, il buio stanotte è un
rasoio di povera, povera
seta.
________________________
*

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.